Ha senso scommettere con l’aiuto dell’IA?

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, in particolar modo ChatGpt (ma non solo), in molti si sono ritrovati – chi subito e chi un po’ più tardi – a utilizzare questo strumento come un vero e proprio assistente virtuale. E d’altra parte è proprio così che ha cominciato a essere sempre più apprezzato: spesso senza ricordarci di “Ehi google…” o di “Ehi Siri…”, abbiamo iniziato a chiedere all’IA consigli pratici, informazioni, indicazioni di ogni tipo.

Ecco perché, dal momento in cui l’IA sembrava dare validi suggerimenti praticamente per ogni argomento, dalle ricette, dalle ricerche per la scuola e dalle idee per le vacanze si è passati alle quote e alle giocate vincenti di scommesse sportive.

C’è chi addestra chatbot, informandoli di conoscenze calcistiche, classifiche e risultati, ma c’è anche chi semplicemente chiede a Gpt di dire la sua sulla prossima giornata di Serie A. Ma, alla luce del fatto che ormai da anni sono i bookmaker stessi a fare uso di intelligenze artificiali – per la costruzione di algoritmi, per gestione del rischio e personalizzazione dell’esperienza di gioco, così come per il machine learning – come si deve considerare la questione? Si tratta di uno strumento che può rivelarsi utile o c’è il rischio che questa nuova possibilità nasconda altre problematiche?

Andiamo con ordine.

Come abbiamo appena accennato, le piattaforme di betting, online e non, utilizzano modelli di intelligenza artificiale già da anni. Si tratta perlopiù di algoritmi di machine learning, ovvero programmi in grado di raccogliere e analizzare grandi moli di dati e statistiche sportive, unendoli anche a condizioni ambientali (meteo, stagione, orario della competizione ecc). L’obiettivo è ottenere una “macchina” informata, che sappia riuscire a prevedere la gamma di possibili risultati e, ancora una volta grazie all’utilizzo di IA, calcolare e aggiustare i valori delle quote.

Di fianco a questo sfruttamento di tipo tecnico, ve n’è poi un altro più applicato al pubblico. Alcuni siti infatti si servono dell’IA nel campo del marketing e della promozione, ma soprattutto nella personalizzazione dell’esperienza di gioco dello scommettitore. D’altra parte, in un mondo di cookie e di preferenze non è una novità trovare suggerimenti o consigli basati sulle nostre precedenti attività. Ecco quindi che anche chi gioca online può trovare proposte, sotto forma di quote bonus o offerte particolari, cucite su misura in base agli interessi che ha dimostrato di avere.

Se queste dinamiche sono in atto da diverso tempo, rimanendo però in sostanza dietro le quinte, come mezzo da addetti ai lavori, nel corso dell’ultimo anno, dopo l’impennata nei rendimenti delle IA, diverse piattaforme di betting hanno deciso di cavalcare l’onda del successo di questo nuovo strumento di fronte al pubblico. L’idea è stata quindi quella di manifestare apertamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con siti e programmi che dichiarano la presenza di contenuti AI-generated e la possibilità di servirsi di questo strumento in apposite sezioni della piattaforma. È il caso di NetBet – che ha elaborato un assistente integrato (BetAI) – e Betaland, mentre CopyBet funziona in modo leggermente diverso, con un sistema IA che consiglia tipster da seguire, rendendo particolarmente agevole il copiare direttamente le scommesse.

Altro percorso è stato quello di startup e piattaforme create ex novo, all’interno delle quali la consultazione di un’intelligenza artificiale è nucleo centrale ed elemento distintivo. Sono nate nell’ultimo anno e in realtà in Italia sono ancora poche quelle a cui si può accedere. Una di queste è GambleGpt, che risulta di un certo interesse anche per il suo essere decentralizzata – il che significa che, oltre a permettere un’integrazione con altri bookmaker, è previsto lo scommettere con altri utenti, senza intermediari. Una caratteristica che, insieme al supporto per scommesse in criptovalute, la colloca anche in un’altra categoria emergente, ovvero quella delle piattaforme inserite nella blockchain – si tratta di un argomento che vale la pena approfondire, per questo vi rimandiamo a questo articolo.

Ma quindi, se i presupposti grossomodo sono questi, ha senso scommettere utilizzando l’intelligenza artificiale?

Una risposta univoca ed esatta ancora non esiste. Questo perché innanzitutto dipende molto da chi ne fa uso e come lo fa. Molto banalmente, se una persona che non ha mai visto una partita di basket vuole scommettere su chi vincerà l’Nba, allora forse è meglio che chieda all’IA qualche consiglio.

Ma se a scommettere sono quelli che lo farebbero comunque, che sono abituati a informarsi o che comunque lo fanno con cognizione di causa, allora non è che cambi moltissimo. Certo, l’intelligenza artificiale è capace di presentarti al meglio tutto il contesto e le condizioni di un match o di una gara, analizzando gigantesche moli di dati in pochi secondi, dandoti l’impressione di avere tutti gli elementi sotto controllo; è capace di trovare la quota più vantaggiosa tenendo in considerazione praticamente ogni eventualità. È un po’ come avere la possibilità di giocare più carte durante la propria mano (metafora pigra), magari anche con una fiducia maggiore e sapendo di avere uno strumento in più a disposizione. Ma quante volte capita di perdere una scommessa pur avendo studiato tutto quello che c’era da sapere? E quello strumento in più che pensiamo di avere a disposizione ora, è o non è una versione più accessibile e meno potente di quelli che hanno i grandi bookmaker e le grandi piattaforme?

Insomma, il discorso è ben più complesso del “mi faccio fare la schedina da Chat Gpt, che con la fortuna che ho io…”

Nell’indecisione, e per non farci mancare nulla, abbiamo chiesto a Gemini e a Gpt il loro pronostico secco su Inter-Barcellona di questo martedì: entrambe hanno cercato di rimanere sul vago, ma poi Gemini ci ha detto che il Barcellona vincerà 2-1 ai tempi supplementari. Anche per Gpt la sfida andrà oltre il 90’, ma a quel punto la spunterà l’Inter per 3-2. Ci ha detto pure i marcatori, ma quelli sono un segreto.   

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